La Negazione dei Diritti

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Oggi questo post lo scrivo di pancia, di istinto, senza stare a controllare la forma o la grammatica, perché credetemi viene davvero in secondo piano.

Quello che vorrei capire è come si può continuamente dire alle famiglie di procreare, dire ai nostri figli di studiare, di fare sport, di formarsi e di essere competitivi.

Come si può in un paese  dove le istituzioni sono assenti, dove lo Stato è assente in ogni sua forma.

Pensiamo agli ultimi casi di cronaca, donne uccise da uomini che tanto sanno di avere condanne lievi, rapine che finiscono in tragedia dove la vittima viene indagata e trattata come carnefice, madri che vanno felici in ospedale per far nascere i propri figli e che da quell’ospedale poi non usciranno se non per trovare degna sepoltura.

Che mondo è questo? Che cosa stiamo costruendo? Io sono sempre più scioccata e a volte faccio fatica a spiegare ai miei figli quello che avviene fuori da casa nostra.

La sera specialmente quando siamo a tavola e ci raccontiamo la giornata, magari ascoltando anche il TG, partono dei discorsi, i miei figli mi fanno delle domande che difficilmente trovano una risposta.

Come faccio a spiegare a mia figlia Rachele, figlia che mi da tante soddisfazioni, che è un problema per noi riuscire a pagarle il viaggio a Milano per competere alle finali dei giochi Matematici? Come faccio a spiegarle che la scuola che lei frequenta, ha fatto competere i ragazzi trascurando di informare i genitori che non avrebbe partecipato in nessun modo alle spese sostenute?

Come spiego a mia figlia Rebecca, che non tutti i sabati è possibile uscire, che è un sacrificio mandarla in gita, perché sono stata costretta dopo 9 anni di lavoro a dimettermi perché vittima di mobbing e Demansionamento illegale? E che l’istituzione del Sindacato nata per difendere i diritti dei lavoratori, in nessun modo mi ha aiutata e ha fatto valere i miei diritti, costringendomi a rinunciare al mio lavoro.

Che risposte hanno le istituzioni a questo, a partire da quelle della mia città?

Come può una famiglia che ha volontà, che vuole realizzarsi, col lavoro con lo studio, crescendo figli sapienti, che abbiano una cultura, che possano essere il buono delle future generazioni, avere una vita dignitosa, offrire il meglio ai propri figli? Non può. Deve continuamente rinunciare a qualcosa. E ciò che mi viene continuamente detto quando mi confronto con altre persone è: perché ti sei fatta 5 figli? Io inorridisco a tale domanda, mi vengono i brividi. Perché per me è impensabile sindacare sulle scelte altrui. Non mi permetterei mai  e poi mai di giudicare delle scelte di vita, qualsiasi esse siano.

Come può essere legalizzato il fatto che un padre, se così si può chiamare, procrei dei figli e poi li faccia crescere ad un altro uomo, perché troppo impegnato a rifarsi una vita.

Io purtroppo non ho più risposte a tutte queste domande. So solo che sono orgogliosa dei miei figli e di come li sto crescendo, so solo che farò qualsiasi cosa per dare un futuro migliore ai miei figli, anche inventandomi un lavoro, anche ricominciando a studiare. E se qualcuno denigra ancora quello che sto costruendo, be cari compratevi qualche specchio e scoprirete che avete ben poco da ridere.

 

2 comments

  1. Francesca Fossali 11 Aprile, 2017 at 08:58

    Ma quanto hai ragione Frack?! Tantissimo!
    Questo paese è uno schifo! Assurdo!
    Si sta davvero tornando indietro, ai tempi in cui solo I ricchi studiavano e i “poveri” dovevano crepare nella loro povertà! Peccato che poi i “ricchi” per far studiare i figli sperperano tutti i loro averi per pagare il Cepu e abbiano lì degli esseri ignoranti, che non sanno nemmeno allacciarsi le scarpe e che ahimè avranno in mano il potere in qualche grande azienda… io sono davvero sempre più schifata. Ma in che razza di mondo stiamo vivendo?

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